Il 3 marzo al Circolo degli Artisti i Monotonix al Circolo degli Artisti
Fausto Rossi: Becoming Visible
Interbeat 2009
Voto: 7.5
Musicisti (formazione complessiva): Fausto Rossi (voce, occasionalmente chitarra, pianoforte); Massimo Betti (chitarre); Stefano Brandoni (chitarre); Franco Cristaldi (basso).
"I wish I was an alien", vorrei essere un alieno, canta Fausto Rossi, già Faust'O, nella canzone che apre questo nuovo Becoming Visible. Ma Fausto è un alieno, da sempre, nel panorama musicale italiano. Un autore di canzoni e musicista dalla personalità forte, con 10 album (e una manciata di collaborazioni scelte) sparpagliati in oltre 30 anni di attività.
Un outsider per scelta o per natura, che ad ogni ciclico ritorno ha un po' cambiato pelle, e a un certo punto anche il nome, rimanendo sempe se stesso. Tante le strade percorse, dalla proposta degli esordi che si stagliava per originalità nella generale sbandata new wave, agli esperimenti strumentali e al pop venato di elettronica di metà anni '80 / primi '90, e infine a una fase che potremmo dire di rock d'autore, con un paio di lavori (l'Erba e l'apocalittico Exit) che risplendevano di sensibilità matura. E la strada, tuttavia, a ben vedere è sempre stata una sola: la sua.
Undici anni tra un disco e un altro sono un'eternità, specie in un mercato saturo di gente che reclamizza anche la più occasionale e inopportuna delle proprie scorregge. Tanti ne sono trascorsi da Exit, e Fausto torna con otto pezzi, in inglese, in un cd molto breve per gli standard odierni. Mezz'ora scarsa, altro dato in controtendenza rispetto a ogni consuetudine mercantile. Gli è bastata, per dire quel che aveva da dire. L'intensità e la sincerità con cui Fausto Rossi scrive, canta, vive le sue canzoni sono tali che è imperativo ragionare in termini di qualità piuttosto che di quantità, e di questi tempi è un'occasione rara.
Frutto di una partnership produttiva con Luigi Piergiovanni (Rosybyndy) che, leggo nelle note stampa, prelude ad altri due lavori, Becoming Visible è un disco quasi interamente acustico, tanto che Foolish Things, unico brano con un'elettrica distorta, è posto all'inizio, come a dire "ci togliamo il pensiero". Non che Rossi non cerchi l'ascolto, anzi - il disco nuovo non è meno comunicativo del precedente - ma l'impressione è che canti e parli prima di tutto a se stesso. Si conforta, si coccola, si prende per mano (e "prendimi per mano Fausto ovunque andrai" lo aveva già cantato), si prende in giro e se necessario si prende a calci. Con amore. Le canzoni sono semplici, ma mai banali. Menzione speciale per Paradise, Stand Apart e Don't Cry, che mi sembra esemplifichino meglio il tratto comune a tutto il lavoro: una certa sospensione tra distacco (a volte ironico) e sofferta partecipazione, rispetto alle illusioni, agli affanni e ai dolori del mondo. Non è questa, la consapevolezza?
Adriano Lanzi
23-04-2009
Il 3 marzo al Circolo degli Artisti i Monotonix al Circolo degli Artisti
Crak vi indica quelle emittenti che meritano di essere ascoltate
L'assordante quiete del 4° lp di Hollis e Co. Songwriter in cerca di se stesso.
Glasvegas in concerto
12 Maggio 2009
Magazzini Generali - Milano
Voto: 6.5
Auditorium Parco Della Musica, Sala Petrassi - Roma
16 Aprile 2009
Voto: 7,5